Israele/Elezioni: dichiarazioni politiche, schermaglie e attacchi personali
Con la consegna delle candidature al Comitato Centrale Elettorale si è chiusa la prima fase della campagna elettorale. Ne è seguita una settimana caratterizzata da dichiarazioni politiche, schermaglie e attacchi personali. Il più pesante di tutti è stata una dichiarazione del candidato n°2 di Kulanu, l’ex capo di stato maggiore Yohav Galant. “Quando ho lasciato il Comando Sud” – ha detto – ”tutti i 92 tunnel di Hamas erano stati distrutti, non ne rimaneva nessuno in piedi. Ma da allora ne sono stati costruiti di nuovi e l’IDF e il Ministero della Difesa non hanno fatto nulla per impedirlo”.
Questa mancata azione ricorda che bisognava distruggere i nuovi tunnel di Hamas già durante l’Operazione Scudo di Protezione del 2014. Un’accusa pesante contro il governo, rimasta però senza risposta. Yaakov Peri, deputato di Yesh Atid e l’ex capo dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interna, hanno dichiarato che non ci sarà un accordo di pace con i palestinesi fintanto che Netanyahu rimarrà Primo Ministro. Peri ha ricordato che Netanyahu aveva promesso un risultato diplomatico dopo l’Operazione Scudo Protettivo, ma sono rimaste solo parole.
Il leader di Yesh Atid, Yair Lapid, dichiarò successivamente che Israele avrebbe dovuto discutere un accordo con la Lega Araba, che potesse garantire la sicurezza a Israele e ai palestinesi uno Stato. Aggiunse poi “Il mondo arabo ha la forza di dire ai palestinesi che questo sarebbe un buon risultato”. Lapid ha tenuto una conferenza stampa a Ramle, davanti al carcere Maasiyahu, nel quale vi sono spesso reclusi per corruzione dei politici. Ha affermato che nella prossima Knesset il suo partito presenterà una legge per impedire che possano ricandidarsi politici condannati per “atti contro la morale pubblica”.
E’ il caso di Aryeh Deri, che ha trascorso diversi anni in prigione per corruzione. Lapid ha poi aggiunto che la legge cancellerà il diritto dei funzionari pubblici di rimanere in silenzio durante le indagini della polizia. Una legge che richiama il leader di “Campo Sionista” Yitzhak Hezog, che nel 1999 rimase in silenzio mentre era sotto giuramento. Venne poi interrogato per l’uso illegale di finanziamenti ricevuti da organizzazioni non-profit durante la campagna elettorale del Partito Laburista.
Tzipi Livni, co-leader di “Campo Sionista”, ha chiesto che Lapid si impegni fin da ora a chiedere al Presidente di dare l’incarico di formare il governo a “Campo Sionista” invece che a Netanyahu. Da Lapid non è giunta però alcuna risposta. Le possibilità che sia “Campo Sionista” a formare il prossimo governo sono scese quando Yaakov Litzman, leader del Partito “United Torah Judaism” ha dichiarato di opporsi strenuamente alla presenza di Yesh Atid nel prossimo governo. Litzman ha accusato Lapid, in quanto Ministro delle Finanze, di aver reso più poveri i cittadini ultra-ortodossi. Yesh Atid potrebbe invece entrare nella coalizione “Campo Sionista”.
Continua invece il dibattito se Netanyahu debba o no parlare al Congresso americano in marzo. Alcuni deputati democratici del Congresso hanno dichiarato che diserteranno l’aula, ma è ancora da vedere se questa polemica avrà serie possibilità di influenzare le elezioni. Malcolm Hoenlein, vice Presidente esecutivo della “Conferenza dei Presidenti della Maggiori Organizzazioni Ebraiche Americane”, ha dichiarato che non ci saranno interventi Usa nelle prossime elezioni israeliane. Ha anche aggiunto di non credere che l’intervento di Netanyahu possa far crescere le tensioni nelle relazioni Usa-Israele.
La “Israel Democracy Conference”, organizzata dal quotidiano Haaretz, prevista per metà febbraio, è un altro punto di frizione. Likud, Habayit Hayehudì e Shas, invitati, hanno cancellato la loro partecipazione quando si è saputo che il “New Israel Fund” era fra gli sponsor della Conferenza. In quanto al NIF, alcuni deputati del Likud hanno dichiarato di “appartenere a un partito con una ideologia nazionalista e che non collaborerà con organismi che senza sosta diffamano Israele“.
Il Likud ha anche chiesto al Comintato Centrale Elettorale di non consentire alla Organizzazione V15 di svolgere campagna elettorale, accusando quella organizzazione di estrema sinistra di svolgere un sostegno elettorale indiretto per ilCampo Sionista e Meretz, contravvenendo così alla legge che regola i finanziamenti elettorali. V15 fa un uso illegale dei finanziamenti anonimi che riceve dall’estero, nella richiesta del Likud si chiede anche di rivelare pubblicamente il nome dei finanziatori. Aggiungono poi che presso V15 lavora il direttore generale della campagna del 2012 del Presidente Obama. In risposta, V15 ha denunciato alla polizia il Likud, accusandolo di istigazione e di condurre una campagna elettorale illegale.
Nel frattempo, la famiglia Netanyahu è stata oggetto di attacchi per quello che è stato chiamato il “bottiglia-gate”. La moglie del Primo Ministro è stata accusata di avere intascato i soldi del deposito delle bottiglie in vetro dell’acqua, acquistate per le riunioni ufficiali. Il Primo Ministro ha risposto dicendo che un assegno di 4.000 shekel (circa 900 euro) era stato inviato quale restituzione del deposito. Un suo dipendente ha però affermato che l’ammontare era molto più alto.
Molti sondaggi indicano che il Likud ha superato il Campo Sionista, mentre tutti indicano che Habayit Hayehudi sta perdendo voti, le previsione è di 13/14 seggi. I sondaggi indicano anche che la lista unita di Eli Yishai Ha’am Itanu e Otzma Yehudì, guidata da Baruch Marzel e Michael Ben-Ari, sembra aver superato lo sbarramento. Tre deputati di Yishai hanno detto che sosterranno un governo a guida Netanyahu.
Quando Haaretz ha chiesto in un sondaggio chi sarebbe stato il prossimo Primo Ministro, solo il 21% ha risposto Herzog, mentre Netanyahu ha ottenuto il 58%. Questo indica come molti elettori del centro-sinistra non prevedono una vittoria di Herzog. I sondaggi del Jerusalem Post/Maariv dello scorso fine settimana danno alLikud 26 seggi contro i 22 del Campo Sionista.
Come negli altri sondaggi, anche in questo Habayit Hayehudì è in declino, fermandosi a 13 seggi, seguita dalla Lista Araba Unita con 12. Fra i partiti di centro a Yesh Atid vengono attribuiti 11 seggi, mentre sono solo 7 quelli di Kulanu, guidato da Kahlon.
Sempre nello stesso sondaggio vi era la domanda in quale ordine, da 1 a 10, avrebbero classificato in quanto a corruzione i leader dei partiti ebraici. Il più corrotto è stato giudicato Deri, con l’8.3%, seguito da Liberman e Yishai con l’8%, Netanyahu 6.1%, Livni 5.7%, Herzog 5.3%, Litzman e Yishai entrambi 5.1%, Lapid al 4.9%, Bennett al 4.4%, la leader del Meretz Zahava Gal-on 3.9% e Kahlon, il meno corrotto, con 3.5%.