Le opere d’arte rubate nei musei olandesi

Le opere d’arte rubate nei musei olandesi

Rudi Ekkart, già professore di Storia dell’Arte all’Università di Utrecht fino a 2012, è stato Direttore del “National Bureau for Art Documentation (RKD)”, svolgendo un ruolo di primo piano nella ricerca dei capolavori d’arte rubati nei musei nazionali e ai privati.

“Fu alla fine degli anni ’90 che crebbe l’interesse internazionale verso le restituzione dei capolavori d’arte rubati. Nel 1997, il governo finanziò una ricerca pilota sulle opere d’arte nei musei di stato, la cui origine poteva provenire da espropriazioni, furto o vendite forzate imposte ai legittimi proprietari durante la seconda Guerra mondiale. Nel 1998, i musei olandesi iniziarono una ricerca simile, creando una commissione diretta dal direttore del Rijksmuseum di Amsterdam, il professore R.De Leeuw. “

“ Per un anno e mezzo, i musei che partecipavano al progetto raccolsero molte informazioni. Si seppe che un certo numero di musei possedevano collezioni e oggetti d’arte provenienti da privati durante l’occupazione tedesca. Fu così che parte delle opere d’arte di proprietà degli ebrei vennero riconosciute e restituite alla fine della guerra.

” Le ricerche riguardarono anche opere che erano state date in custodia durante la guerra, e non erano state rubricate negli inventari. Includevano opere di proprietà di ebrei che non erano sopravvissuti alla Shoah, ed erano state date in custodia temporanea ai musei e che così vennero incluse nelle collezioni dei musei.

“ In alcuni casi sorsero dei dubbi sulle origini delle opere, per esempio gli acquisti della ‘Liro Robbery Bank’, che possedeva opere confiscate agli ebrei oppure ottenute da espropriazioni di istituzioni tedesche. Altre opere erano anche state acquistate da galleristi o case d’asta, conosciuti o sospettati di avere commerciato le opere d’arte rubate dagli occupanti tedeschi. Altre opere furono di difficile catalogazione.

“ Ho esaminato i risultati di queste ricerche e ho trovato molte ambiguità, molte opere erano anche state acquisite prima della guerra, per cui approfondii le ricerche, malgrado gli accordi internazioni in questo campo che regolavano le restituzioni. Infine, nel 2009, fu pronto, grazie ai finanziamenti governativi, il progetto “Acquisizioni museali dal 1933”, per conto della “Organizzazione dei Musei olandesi”.

“ Al progetto hanno partecipato 162 musei, mentre 12 che non avevano terminato le ricerche informarono però sul loro lavoro. Fu il caso del Museo Nazionale di Amsterdam, che avendo un vasto numero di opere da classificare, impiegò diversi anni.

“ Il rapporto ufficiale della commissione verrà pubblicato quest’anno. In 42 musei sono state reperite 139 opere la cui origine è incerta, alcune delle quali non erano neppure state scoperte all’inizio delle investigazioni. La divisione delle opere comprende due categorie. Metà delle opere sono state chiaramente rubate, confiscate o acquisite attraverso vendite forzate. Di alcune abbiamo trovato gli eredi dei legittimi proprietari, informandoli. In altri casi sarà la pubblicazione del rapporto a informare chi ne può rivendicare la proprietà.

“ La seconda categoria riguarda le opere di dubbia origine. Non si sa a chi siano state rubate, confiscate o acquisite con vendite forzate. Ad esempio le opere possedute da collezionisti o mercanti poco raccomandabili per i loro rapporti con gli occupanti, opere abbandonate dai tedeschi in fuga o opere in possesso dei collaborazionisti con i nazisti.

“ Queste ricerche sono state importanti per scoprire quelle opere d’arte che non erano state restituite ai legittimi proprietari. Non tutto è stato però chiarito, non è possibile conoscere quali opere d’arte in collezioni private appartenevano in origine agli ebrei e che quindi non è stato possibile restituire. Di alcune si sapeva che erano state rubate, poi appartenute a privati. Anche se non rientrava nei miei compiti, se incontravo alcune di queste persone, dicevo “ se non troviamo un accordo, sappiate che questa opera d’arte non potrà mai essere venduta”, il tutto avveniva in maniera confidenziale, ovviamente.

“ Un altro aspetto non risolto, è la pubblicazione via internet su ciò che sappiamo sulle opere d’arte trafugate all’estero durante la guerra e che non state recuperate dagli Alleati. Si tratta di circa 20.000 opere d’arte che ne comprendono almeno centinaia di inestimabile valore museale. Di quelle disponibili pubblicheremo le immagini sul nostro sito internet.”

“ Ci vorranno ancora tre anni prima che l’intero progetto sia completato – conclude Ekkart – saranno stati per me vent’anni di lavoro, posso dire l’impegno più grande della mia vita”

 

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