L’ossessione della Norvegia per gli ebrei

L’ossessione della Norvegia per gli ebrei

Dopo l’orribile strage di Breivik, l’ossessione della Norvegia verso gli ebrei non accenna a diminuire. All’inizio del mese, Erna Solberg, leader del maggior partito di opposizione, il conservatore, ha dato una intervista al giornale più diffuso, Verdens Gang (1), nella quale ha detto che i musulmani sono trattati oggi in Norvegia come lo erano gli ebrei negli anni ’30. Ha citato come esempio il mercato del lavoro, l’ingresso vietato in alcuni night club, il fatto che non vengono considerati come dei veri norvegesi, tanto da chiedere loro con frequenza qual’è la loro origine. In più sono ritenuti responsabili come collettività per le azioni individuali.

Solberg ha poi ammesso che il paragone con gli ebrei degli anni ’30 era esagerato, in quanto i musulmani non subiscono repressioni brutali, ma ha evitato di ricordare che le autorità norvegesi favoriscono la loro partecipazione sociale. Senza contare la loro significativa presenza in politica.

In Norvegia,agosto è un mese tranquillo per la vita politica, la gente pensa alle vacanze già da luglio. Tuttavia, l’azione criminale di Breivik ha modificato il clima politico del paese, specie quando il primo giorno  molti ritennero che le bombe avessero una origine islamica. Subito dopo le esplosioni, donne e bambini musulmani furono inseguiti per le strade. (2)

Le elezioni di settembre sono vicine e Solberg avverte la necessità di prendere le distanze da tutto ciò che può sembrare critico verso i musulmani. I sodaggi dicono infatti che il Partito laburista di Jens Stoltenberg, già al governo, aumenterà i voti a spese dei conservatori.

Il riferimento agli ebrei di Solberg nella sua controversa intervista non era solo del tutto fuori luogo, ma ha dato un tono distorto al dibattito che ne è seguito. Mona Levin, una giornalista ebrea, ha scritto che ” denigrare i musulmani è da condannare, ma che il paragone con la storia degli ebrei non c’entra nulla ” (3)

Se Solberg avesse lasciato fuori dall’intervista gli ebrei, il dibattito si sarebbe incentrato su aspetti più importanti, quali la discriminazione dei musulmani in Norbegia, fino a che punto è estesa, se riguarda solo gli islamici o anche altri immigrati non bianchi, e, per ultimo ma non per importanza, quali danni sono stati causati da una parte dei musulmani alla società norvegese.

Il dibattito è esploso subito dopo che l’intervista è stata messa su internet. In pochi minuti Verdens Gang ha dovuto chiudere le pagine del sito con gli interventi del pubblico. I musulmani non solo venivano descritti come degli stupratori, ma l’abuso del paragone con gli ebrei di Solberg ha scatenato commenti che giudicavano i musulmani più simili ai nazisti degli anni ’30 che non agli ebrei.

Il presidente della piccola comunità ebraica di Oslo, Ervin Khon, ha dichiarato che gli apprezzamenti fuori luogo sugli ebrei di Solberg dimostrano la sua ignoranza della storia. Durante gli anni ’30 gli ebrei furono perseguitati dagli stati, vittime di leggi razziali, il che non succede ai musulmani in Norvegia. Kohn ha poi aggiunto che se Solberg avesse citato le condizioni dei norvegesi del nord del paese negli anni ’50 o la minoranza Sami, non avrebbe destato l’attenzione che ha avuto. (4)

Il blogger McGonagal ha scritto sul sito ‘Norvegia,Israele e gli Ebrei’ : ” abbiamo a che fare con i pregiudizi di alcuni immigrati verso altri, questo blog è nato dopo che nel 2009 vi erano stati pericolosi segnali che incitavano allo sterminio degli ebrei durante le violente proteste contro Israele nella guerra contro i bombardamenti di Hamas. Oslo era diventata un campo di battaglia, dove chi veniva scambiato per ebreo veniva aggredito in strata; ai ragazzini musulmani di 10/12 anni veniva detto di inseguire gli ebrei con il grido ‘Khaybar, Khaybar al Yahud’. Ma i politici e gli intellettuali di casa nostra preferiscono dimenticarlo “. (5)

Le statistiche dicono che nelle scuole, fra gli ebrei, è uno su tre ad essere fisicamente aggredito, mentre fra i musulmani la percentuale è di uno su venti. La parola ‘ebreo’ è frequentemente usata come un insulto, mentre non succede con ‘musulmano’.

Un mese fa Trine Skei Grande, leader di Venstre Liberals, un piccolo partito di opposizione, ha pensato bene di unirsi al coro. Ha affermato che in Norvegia il problema non è l’islam, ma l’islamofobia, tirando in ballo anche gli ebrei, affermando che se uno volesse criticare l’islam e sostituisse la parola ‘musulmano’ con ‘ebreo’ o ‘nero’, allora le affermazioni anti-musulmane sarebbero ancora più scioccanti.

Da quanto è stato detto, se ne possono trarre alcune conclusioni nei riguardi degli ebrei. Gli ebrei vivi e quelli morti sono due argomenti distinti. I 2000 ebrei che vivono in Norvegia rappresentano un numero insignificante. Ma la simbologia degli ebrei morti, la cui immagine viene utilizzata con scopi politici, gioca un ruolo centrale nella mente di molti norvegesi che sono ossessionati sia da Israele che dagli ebrei.

La comunità ebraica norvegese vuole mantenere un basso profilo, ma l’intervista di Solberg e le discussioni che ne sono seguite, ci ricordano ancora una volta che a causa della contorta cultura delle èlite della Norvegia tenere questo atteggiamento sarà praticamente impossibile.

[1] Lars M. Glomness, “Erna Solberg mener muslimer hetses som jǿdene pǻ 30-tallet,” Verdens Gang, 4 August 2011. [Norwegian]

[2] McGonagall, “Erna Solberg says Muslims are treated like the Jews in the 1930s,” Norway, Israel and the Jews, 4 August 2011.
[3] Mona Levin, “Kan ikke sammenlignes,” Aftenposten,  9 August 2011. [Norwegian]

[4] Hǻvard Therkelsen, “Historielǿs sammenligning,” Dagsavisen, 5 August 2011. [Norwegian]
[5] McGonagall, “Erna Solberg says Muslims are treated like the Jews in the 1930s,” Norway, Israel and the Jews, 4 August 2011.

 

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