Olanda: la restituzione dell’arte rubata: un’operazione poco chiara, sbagliata e disumana
Rudi Ekkart, già professore di storia dell’arte all’università di Utrecht, è stato sino al 2012 direttore dell’Ufficio Nazionale per la Documentazione artistica (RKD). Per 17 anni è stato incaricato della ricerca delle opere d’arte rubate, sia nei musei statali che nelle varie collezioni private.
“ Nel 1997 fui nominato dal governo olandese capo della commissione che doveva investigare sulla restituzione delle opere d’arte rubate durante la guerra. Venne fatto uno studio per avere più informazioni possibili sulle opere d’arte restituite agli olandesi dopo la guerra, rubate dai tedeschi o vendute loro sotto costrizione.
“ All’inizio il ‘National Art Property’ (Catalogo NK) consisteva in 10.000 opere d’arte, in parte restituite dopo la guerra, in parte vendute all’asta. Almeno la metà era ancora custodita dalle autorità olandesi 50 anni dopo la guerra. La nostra Commissione doveva investigare chi erano i legittimi proprietari ai quali erano state rubate “
“ Uno studio pilota basato su 100 opere d’arte fu per me uno shock. Arrivammo alla conclusione nel nostro rapporto dell’aprile 1998 che di molte opere nel Catalogo NK poteva esserne rintracciata la provenienza, per cui raccomandammo di analizzare l’intera Raccolta. Nella nostra conclusione, scrivemmo che l’intera politica del governo in merito alla restituzione delle opere d’arte rubate era poco chiara, sbagliata e disumana.
“ Nel 1999, il vice Ministro di Educazione, Cultura e Scienza creò una seconda commissione, denominata “Cercare le Origini”, poi nota come la Commissione Ekkart. Questa nuova struttura aveva un compito più vasto, potevamo andare alla ricerca delle origini di tutte le opere restituite dalla Germania dopo la guerra e che erano ancora in possesso del governo olandese. Un secondo compito fu quello di investigare come la Fondazione SNK si era comportata con la Raccolta delle opere dal 1945 al 1952. Il governo ci chiese anche quale politica dovesse essere adottata nel caso di restituzione di alcune opere.
“ Nell’Olanda del dopoguerra ci fu una battaglia fra gruppi di interesse. Il Ministro delle Finanze voleva vendere gran parte della raccolta per aiutare l’economia del paese. Contrari erano i direttori dei musei olandesi e il capo del SNK, che intravedevano una grande occasione per formare una significativa Collezione di opere d’arte nazionale. Alla fine, furono loro ad ottenere l’appoggio del Ministro dell’Educazione.
“ Il terzo gruppo interessato – gli eredi dei proprietari delle opere d’arte rubate – non prese parte alla discussione, anche se qualcuno intervenne, come la vedova del mercante d’arte e ebreo Jacques Goudstikker, la cui vicenda ebbe risonanza a livello internazionale.
“ La SNK dovette catalogare le opere, anche se non immaginavano di doversi confrontare con chi aveva titolo per reclamarne la proprietà. Spesso rispondevano che non avevano alcuna possibilità di rientrare in possesso delle opere. Alcuni eredi ricorsero al ‘Council for Restitution’, che però cercava di frapporre ostacoli. L’SNK aveva chiesto consigli su come comportarsi, ma il governo non rispose neppure. Appariva timoroso di dare risposte negative e consigli illegali, anche se le opere d’arte erano state restituite agli olandesi affinchè tornassero in possesso di chi ne aveva diritto.
“ Gran parte della Raccolta NK era rintracciabile, per cui riaprimmo molte richieste di restituzione che erano state respinte dal SNK senza aver ricevuto il benestare o un parere da una autorità superiorr. La nostra commissione trovò che un grande numero di opere che erano rimaste in possesso della Raccolta NK quasi sicuramente erano state rubate a proprietari ebrei, o vendute sotto costrizione. Alcuni eredi non furono trovati, per cui consigliammo che le opere rimaste rimanessero affidate al governo. Nel caso dovessero essere esposte nei musei la loro origine doveva essere specificata.
“ In più, chiedemmo al governo olandese di dare un contributo alle istituzioni ebraiche di eguale valore delle opere rubate rimaste in suo possesso. Il governo fu d’accordo, accettò i nostri suggerimenti, e trasferì il finanziamento alla famosa biblioteca della Sinagoga Portoghese e al Museo Storico Ebraico. Una mostra delle opere le cui origini non furono trovate fu organizzata ad Amsterdam. Due nostri collaboratori pubblicarono un libro su tutta questa vicenda.
“ Furono due i casi di importanti restituzioni. Gli eredi della famiglia Gutmann rientrarono in possesso di molte opere, inclusi argenti del 16° secolo, così come molte opere vennero restituite agli eredi Goudstikker, tra le quali importanti dipinti antichi.
“ Nel nostro ultimo rapporto, pubblicato nel 2004, scrivevamo che la restituzione delle opere d’arte nel periodo 1945-1952 era stata burocratica, formale, e spesso attuata in modo disumano. Le commissioni Kordes e Schotten, che investigarono altri rapporti sulle restituzioni nel dopoguerra, arrivarono a conclusioni simili”